L’Acqua minerale
Le acque potabili
contengono tutte minerali. Per decreto legislativo,105 del 24-1-1992 che dice:
“Sono considerate acque minerali naturali
le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono
da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche
igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute". Inoltre che
siano già potabili alla sorgente e siano imbottigliate come sgorgano dalla
fonte.
Sono divise in varie
categorie:
•Acque minimamente mineralizzate
•Acque oligominerali (o leggermente mineralizzate)
-Acque medie minerali
•Acque ricche di sali minerali
Gli stabilimenti per l'imbottigliamento sfruttano l'acqua di
una sorgente. Le bottiglie, passano su un nastro trasportatore fino alle
macchine riempitrici, alimentate con l'acqua della sorgente (questa è
addizionata con anidride carbonica per il tipo "gassato"), poi
passano alle macchine tappatrici ed etichettatrici.
In etichetta sono fornite una serie d’informazioni rilevanti
che aiutano a capire le caratteristiche dell'acqua minerale, cioè Denominazione e nome dell'acqua minerale
naturale, Luogo di origine, Termine minimo di conservazione e Lotto, Analisi chimica.
Poi a seguire, “Micro
biologicamente pura" Qualità
salienti (Sono riportate le proprietà favorevoli approvate dal Ministero
della Salute.) Contenuto: Indica il contenuto netto di acqua minerale
naturale nel contenitore. Codice a
barre, Dicitura ambientale e per
finire l’indicazioni per la corretta
conservazione del prodotto.
Il caffe’
Il caffè è la
bevanda più famosa del mondo, il suo nome ha origine dalla parola
"QAHWA" (come la Sacra Pietra Nera della Mecca) era detto il vino d'Arabia
e in arabo indica qualsiasi bevanda di tipo vegetale, Intorno
all'anno 1000 il famoso Medico arabo Avicenna somministrava il caffè come
farmaco.
La pianta del caffè nacque
in Africa in una regione dell'Etiopia (Kaffa) e di lì si diffuse nello Yemen,
in Arabia e in Egitto, dove ebbe uno sviluppo enorme ed entrò nel costume
popolare come abitudine quotidiana, mentre nell’occidente è conosciuto da circa
300 anni, la prima “bottega del caffè” nasce a Venezia, in piazza S. Marco.
Il
caffè si diffuse a Giava, Sumatra, nell’America Centrale e poi specialmente in
Brasile, dal 1690, dopo che alcuni militari olandesi sbarcati a Moka, nello
Jemen, riuscirono a impadronirsi di alcune piantine, facendo in modo di far
fiorire le prime piantagioni.
Appartiene alla famiglia delle
Rubinacee, appartenente al genere Coffea, comprende circa ottanta specie, solo
due hanno rilevanza commerciale, Coffea
Arabica e la Coffea Canophora,
meglio conosciute come Arabica e Robusta, oltre alla caffeina il caffè
contiene vitamina B/PP (nicina) che si attiva durante la tostatura.
La diffusione del caffè nel
mondo é stata facilitata dalle numerose vicende belliche e coloniali di quei
popoli, che, durante i loro viaggi di affari, lo introdussero nelle diverse
terre, alimentando molte leggende, fra cui
quelle del pastore yemenita che osservando come delle capre che avevano appena
brucato alcune bacche rossastre da una pianta erano diventate irrequiete,
riferì l'accaduto ad un monaco, questi,
dopo aver portato ad ebollizione le bacche, ne ricavò una bevanda amara ma
ricca di energia, tanto da alleviare sonno e stanchezza, si narra anche che un giorno in
cui il Profeta Maometto sentendosi giù di tono, gli venne in soccorso l'Arcangelo Gabriele, portandogli una
pozione inviatagli direttamente da Allah,
era una bevanda scura, Maometto la bevve, si rianimò di colpo e
ripartì per grandi imprese.
Gli abitanti dell'Abissinia
raccoglievano le bacche di caffè e dopo averle fatte essiccare, le
abbrustolivano con burro e sale ne facendo dei pani aromatici che
consumavano durante i loro viaggi. Questa usanza é praticata ancora oggi da
alcune tribù africane.
Analogo consumo ne facevano gli
antichi guerrieri arabi che credevano che tale cibo, per la presenza di
caffeina, li rendesse più coraggiosi e aggressivi durante le battaglie.
Il Te’
L'imperatore Chen Nung, detto il Divino Mietitore, secondo la leggenda
cinese, beveva solo acqua bollita, ordinando ai propri sudditi di attenersi lo
stesso. Si narra che nell’anno 273 a.C., un giorno egli era seduto all'ombra di
un albero di tè selvatico,
la brezza fece cadere alcune foglie della pianta all'interno dell'acqua messa a
bollire facendola colorare in color oro. La curiosità dell’ imperatore ebbe il
sopravvento, assaggiò per la prima volta la deliziosa bevanda, in seguito
chiamata tè. Dopo averla bevuta, sentì
benessere e volle conoscere meglio l'albero che aveva prodotto quelle foglie
benefiche, favorendone così l'uso e la coltivazione.
Per il popolo indiano invece fu Bodhidarma figlio del re delle Indie
Kosjuwo, a scoprire il te, nel 543 d.C.,durante il passaggio in Cina per
raggiungere il regno Wei del Nord. Il principe aveva fatto voto di non dormire
durante i sette anni della sua meditazione, ma dopo i primi cinque fu assalito
dalla sonnolenza e quasi istintivamente raccolse delle foglie da un cespuglio
vicino e masticandole recuperò le forze e riuscì a concentrarsi di nuovo.
Il tè è giunto in Europa nel
1632, gli occidentali aggiungono latte o limone, che non è mai usato dai
cinesi.
La pianta del tè appartiene
alle Teaceae, originaria dell’India, è coltivata in India, Ceylo, Cina,
Giappone, Giava, Sri Lanka, Turchia, Kenia.
Le foglie del te contengono un
olio essenziale che ci conferisce il suo particolare aroma, il tannino che ha
proprietà astringenti e, la teina che ha proprietà piacevoli simili alla
caffeina.
Si possono distinguere quatto
gruppi di te, considerando le diverse lavorazioni: -Te neri, preparate con le
foglie essiccate, fermentate e molto aromatici, -Te verdi, preparati con foglie
essiccate non fermentate, poco aromatici, -T oolong, preparati con foglie
fermentate soltanto a metà e non troppo diffusi in occidente e i -te
aromatizzati, che posseggono anche proprietà antiossidanti con percentuale
minore di teina.
I
succhi di frutta
I succhi di frutta, se ottenuti
dalla frutta fresca, mantengono intatti tutti i sali minerali e le vitamine, è
un prodotto regolamentato dal D.P.R. del 1982 e da successivi Decreti
Ministeriali (1992 e 1996). Deve essere costituito da frutta al 100%, e può
prevedere l'aggiunta di zucchero, in questo caso la legge prevede che sia
esplicitamente indicato con la menzione "zuccherato" accanto alla
denominazione, la massima quantità consentita dalla legislazione è di
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