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                                  Fino alla fine del quattrocento, tutti i formati di pasta si chiamavano "maccheroni", sia quella lunga sia quella corta. Quando con "maccheroni" s'identificò un preciso formato, fatto a tubo forato all'interno, anche tutti gli altri tipi  assunsero ognuno il proprio nome, di seguito ne vediamo alcuni:

 

Le paste alimentari sono suddivise in:

 

Paste fresche Possono essere prodotte con grano tenero e addizionate con conservanti, antiossidanti, emulsionanti.

 

Paste secche sono quelle preparate con il metodo classico la caratteristica è la tenuta in cottura: lessandole per 15 minuti in acqua bollente e salata non devono, rompersi, o sporcare l'acqua.


La pasta corta – i formati più diffusi sono le penne, i maccheroni,  i rigatoni ecc..

La pasta lunga – di questa categoria fanno parte gli spaghetti, i fusilli lunghi, i bucatini e le linguine.

Lasagne – con questo nome s' indica la pasta che viene spianata e poi tagliata in forme diverse a seconda delle differenti tradizioni regionali. Fra le quali le tagliatelle, le pappardelle, i pizzoccheri, le fettuccine.

La pasta per minestre – chiamata in modo comune “pastina” adatti al brodo o alla zuppa: i quadrucci, i ditali, le stelline, le farfalline, i tubetti e gli anellini.

 La pasta ripiena – questo tipo di pasta adatta per essere cotta al forno.

Le paste ripiene tradizionali:

 

Ravioli: quadrati di 2-3 cm. per lato i classici hanno ripieno di carne e formaggio.

Cappelletti: ispirati alla forma di un antico cappello ripiena di carne bianca con salumi e formaggi.

Tortellini: come i cappelletti con ripieno di carne cotta.

Agnolini mantovani: simili ai cappelletti con ripieno di cappone.

Agnolotti piemontesi: quadrati con ripieni di carne brasata.

Anolini di Parma e Piacenza: a forma di dischetto con ripieno di stracotto di manzo.

Tortelli: rettangolari, o a mezzaluna, quasi sempre di magro.

Cappellacci ferraresi: grossi cappelletti ripieni di zucca

Casonsei di Bergamo e Brescia. Rettangolari o rotondi con ripieno di carne o salsiccia.

Cialzons friulani: tradizionali di Pasqua.

Pansoti liguri: triangolari e ben imbottiti (dal nome panciuti) con erbe di campo e aromi misti.

 

Le paste lunghe e corte:

 

Fusilli: sono nati nell'Italia centro-settentrionale, e devono il loro nome al fuso, attorno al quale si arrotolava la lana.


Spaghetti: sono uno dei piatti più caratteristici della cucina italiana, costituito da pasta di semola di grano duro lunga e sottile, a sezione circolare e con spessore variabile tradizionalmente 3 mm per gli spaghettini, 5 mm. gli spaghetti e superiore agli 8 mm nel caso di spaghettoni o bucatini.

 

Maccheroni: derivano dalla parola maccarones, che indica una pasta che si poteva anche farcire.

Nella tradizione popolare i maccheroni lessati, e conditi con molto formaggio, erano consigliati alla puerpera affinché aumentasse il latte.

 

Orecchiette: Nel Medioevo, in Provenza,  si fabbricava una pasta con una sfoglia abbastanza alta, tagliata in modo irregolare che veniva poi incavata con al centra con la pressione del pollice, essiccata e poi conservata, il merito della  diffusione in Italia  di questa pasta chiamata Orecchiette, pare sia da attribuire ai Conti di Provenza D’Angiò, che avevano i loro domini in Puglia, Diventata la pasta dei prodotti tipici Pugliesi, Giambattista del Tufo, scrittore napoletano del 500 le descriveva chiamandole “strascinate e maccheroni incavati di Bari”. Ancora oggi le orecchiette nascono dalle abili mani delle massaie che possiamo trovare nei vicoli dei quartieri popolari delle città, dove ogni provincia ha la sua tradizione, Il piatto più famoso in assoluto è quello condite con la cima di rapa,

 

Malloreddus: o Gnocchetti sardi  sono senz'altro la più classica delle paste sarde. Il termine Malloreddus , trae origine da MALLORU , che in dialetto Campidanese ( Centro - Sud Sardegna ) significa Toro. Di conseguenza Malloreddus significa " piccoli vitelli". Tale denominazione è da ricercarsi nel modo di esprimersi contadino. La lavorazione manuale dei Malloreddus in ambito domestico avveniva impastando la semola di grano duro con l'acqua, si creavano delle listarelle arrotolate di pasta della lunghezza di circa 15 cm, le quali venivano tagliate a cubetti. Dopodiché si otteneva la forma schiacciando i cubetti di pasta contro l'estremità di un cesto in paglia, detto su ciuliri ( il setaccio),  se ne ricavava un prodotto panciuto che nell'immaginario del mondo agropastorale assumeva la forma di piccoli vitelli, ( " bello grasso come un vitellino "). Da tutto ciò nasce la definizione " IS MALLOREDDUS”

 

 Pizzoccheri:  nell’inconfondibile forma di tagliatelle corte e irregolari di colore bruno, si tratta di una specialità prodotta in Valtellina, il cui nome deriva dal termine “pit o piz” (pezzo); probabilmente nati attorno al ‘600 come piatto povero contadino, sono preparati con farina bianca e farina di grano saraceno.

Trofie:La pasta era utilizzata a Genova sicuramente già nel XIII secolo. Le trofie rappresentano un particolare tipo di pasta, a forma di piccoli gnocchetti allungati e attorcigliati, ottenuti con impasti di farine di qualità pregiate. Il loro condimento tradizionale e il  pesto.

       

sapcerManfrigoli :Pasta da brodo tipica della Romagna sfregata fra le mani fino a ridurla nelle  dimensioni di un chicco di riso.

 

Strozzapreti: Bastoncini di pasta fatti a mano, conditi con sugo di pomodoro, prosciutto o funghi porcini.  Il loro nome deriva dall’ augurio “a soffocarsi” che i capifamiglia facevano al prete del paese ogni qualvolta le loro mogli cucinavano per loro questo piatto.

 

Maccheroni alla chitarra:  o Caratelle Formato di pasta lunga, a sezione quadrata, sono uno dei più tipici prodotti della tradizione abruzzese. Prendono il nome dall'attrezzo con il quale si producono, la chitarra “carrature”, un telaio rettangolare di legno di faggio sul quale sono tesi dei sottilissimi fili di acciaio.

 

Corzetti: sono una pasta tipica della cucina ligure, ce ne sono due tipi, uno dalla caratteristica forma a piccolo otto l’altra a piccoli cerchi a forma di medaglione ottenuta mediante uno stampino in legno che decora la pasta.

 

 

                              La legge italiana (580/67) impone l'uso esclusivo di grano duro, mentre l'UE consente anche l'utilizzo di grano tenero. Dato che un prodotto legalmente in vendita in uno stato deve esserlo, in tutti gli stati membri, la legge 580/67 dovrà essere modificata, nel frattempo una circolare ministeriale consente l'importazione di pasta di grano tenero o mista, ma deve essere riportato in etichetta.

 

                                                                                    -Fine-

 

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